Regia: Scott S. Anderson
Cast: Josh Henderson, Jenna Dewan, Jesse Heiman
Anno: 2009
Paese: USA
Genere: Commediola
Studente modello in una scuola catto-regressista e frontman di una band blandamente acclamata da famigliari e amici intimi, Adam è stato piantato dalla ragazza sulle di cui foto ha sborrato per una vita. Cambia strategia in amore (da qui il geniale titolo), per conquistarle tutte basta fare lo stronzo.
Problema: becca l'unica sfigata che nel 2011 vuole restare vergine fin sull'altare, e forse oltre. Ricambia strategia e si finge irreprensibile. Riesce così a strapparle un limone, poi un altro, poi una spremuta di quelle potenti.
Ma tutti hanno uno scheletro nell'armadio. E il suo è uno scheletrone mica da ridere, si chiama voja de scopa'. Gliela palesa in un ristorante extra-lusso (in cui invero non voleva mangiare, gli serviva solo una cornice adeguata alla dichiarazione). Lei s'intristisce e scappa.
Nel frattempo il di lei ex torna alla carica. Ovviamente è spregevole dentro e spala merda su Adam. Stronzi di cane di proporzioni bibliche. La tipa ci casca e se lo porta al ballo.
Ma qui Adam tira fuori l'asso dalla manica. Suona con la sua band un nuovo pezzo più appiccicoso di una Cherry Coke. Parte il piano, la telecamera si fa strada tra la folla che si apre manco fosse il Mar Rosso con Mosé. Lei è al bancone dei drink che sta prendendo limonata. Il cerchio si chiude. Applausi a scena aperta per i due che tirano fuori diversi metri di lingua sul palco. La suora è gaudente ma li tiene d'occhio. Non si copula nemmeno a sto giro.
Problema: becca l'unica sfigata che nel 2011 vuole restare vergine fin sull'altare, e forse oltre. Ricambia strategia e si finge irreprensibile. Riesce così a strapparle un limone, poi un altro, poi una spremuta di quelle potenti.
Ma tutti hanno uno scheletro nell'armadio. E il suo è uno scheletrone mica da ridere, si chiama voja de scopa'. Gliela palesa in un ristorante extra-lusso (in cui invero non voleva mangiare, gli serviva solo una cornice adeguata alla dichiarazione). Lei s'intristisce e scappa.
Nel frattempo il di lei ex torna alla carica. Ovviamente è spregevole dentro e spala merda su Adam. Stronzi di cane di proporzioni bibliche. La tipa ci casca e se lo porta al ballo.
Ma qui Adam tira fuori l'asso dalla manica. Suona con la sua band un nuovo pezzo più appiccicoso di una Cherry Coke. Parte il piano, la telecamera si fa strada tra la folla che si apre manco fosse il Mar Rosso con Mosé. Lei è al bancone dei drink che sta prendendo limonata. Il cerchio si chiude. Applausi a scena aperta per i due che tirano fuori diversi metri di lingua sul palco. La suora è gaudente ma li tiene d'occhio. Non si copula nemmeno a sto giro.
Basterebbe la scena finale a testimoniare la viltà di questa commediola per adolescenti frustrati. Ma arrivandoci col fiato corto, dopo quasi novanta minuti di boiate diffuse, si rischia quasi di doversi costituire parte civile. Dove finisce l'ingenuità di chi guarda e dove comincia la furbizia di chi dirige? La risposta sta probabilmente nelle scelte della costumista, imbevibili.
Giudizio critico: */
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